Oltre venti morti e centinaia di feriti nella giornata che ricorda la Nakba palestinese


 gaza-shelling

16 maggio 2011

Una vera e propria carneficina, quella messa in atto dall'esercito di Israele contro uomini e donne palestinesi colpevoli solo di chiedere quello che la legalità internazionale sulla carta sancisce da anni: il diritto a poter ritornare sulla propria terra.

Ieri  mattina migliaia di palestinesi erano scesi in piazza affollando le strade vicino ai confini israeliani in Libano, Siria, e Gaza, per protestare contro l'occupazione della Palestina.

Non si è fatta attendere la reazione durissima dei soldati israeliani, che hanno aperto il fuoco lasciando sul terreno tantissimi feriti e oltre 20 morti.

Evidentemente il recente accordo fra le forze politiche palestinesi e i cambiamenti in atto in Egitto, che rendono meno impermeabile il valico di Rafah, ha portato il Governo di Tel Aviv a dare l'ordine di uccidere senza pietà.

Ma in queste ore non meno colpevoli sono i silenzi. Sconcertante è il silenzio del nostro Presidente della Repubblica, proprio in questi giorni in visita in Israele.

Nessuna parola contro l'eccidio, nessuna condanna contro un Governo Nethanyau che si è macchiato ieri dell'ennesimo crimine.

Invitiamo il Presidente Napolitano a far sentire la propria autorevole voce chiedendo a Israele il rispetto del diritto internazionale e l'immediato ritiro dai territori palestinesi.

Assadakah   si oppone a questa logica, coerentemente con la sua storia, rinnova la piena solidarietà verso la causa palestinese e si impegna in queste ore a far sentire la propria voce con tutti i mezzi a disposizione in difesa di uomini e donne che da troppi decenni vedono negarsi il diritto ad avere una propria patria, una propria terra, una vita degna di essere tale.