A Roma un grande evento per ricordare il genocidio degli armeni


(Imma Giuliani - Affari Italiani) - La notte del 24 aprile 1915 ebbe inizio quello che gli armeni chiamano Medz yeghern " il grande crimine" lo sterminio del popolo armeno nei territori dell’Impero ottomano da parte dei turchi musulmani.In un solo mese, più di mille intellettuali, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l’interno dell’Anatolia e massacrati lungo la strada. Nelle marce della morte, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento. Alla fine gli armeni cristiani massacrati furono circa un milione e mezzo.

A distanza di 100 anni da quel genocidio, il primo del secolo scorso, un giornalista italiano, Alessandro Aramu, e un importante fotografo di cinema, Romolo Eucalitto, incontrano a Yerevan, la capitale armena, gli ultimi sopravvissuti di una tragedia che la Turchia ancora oggi si rifiuta di riconoscere. Una testimonianza straordinaria, con una ricca documentazione fotografica, da parte di chi ha vissuto in prima persona le persecuzioni, le violenze e l’esilio forzato, lontano dalla patria negata. Un reportage che dal passato arriva fino ai giorni nostri, per comprendere come l’Armenia contemporanea, attraverso le nuove generazioni, affronti la sfida della memoria condivisa come elemento di identità e di appartenenza a un popolo.

Oggi gli armeni rischiano di subire un nuovo genocidio in Medio Oriente da parte dei fondamentalisti islamici dell’ISIS. Nella seconda parte del volume, Gian Micalessin, inviato di guerra de Il Giornale, racconta la sua esperienza in Siria, con una serie di reportage dalle città di Aleppo e Qamishli dove i cristiani patiscono più di altri la furia di una violenza che ha radici lontane. Il saggio vede la partecipazione di giornalisti, storici e intellettuali italiani e armeni, tutti impegnati a raccontare un secolo di storia del genocidio dimenticato. Infine la contemporaneità del Nagorno Karabakh e le tensioni tra Armenia e Azerbaigian in uno scritto della giornalista Anna Mazzone.

"Il volume non è solo un reportage del passato. Arriva a raccontare anche la cronaca dell’ultimo periodo. Descrive le atrocità commesse dai terroristi dello Stato Islamico e quelle dei cosiddetti ribelli moderati in Siria. La Siria è una terra storicamente legata all’Armenia e il famosissimo inviato di guerra Robert Fisk, non a caso, ha affermato: «Quei luoghi sono gli stessi dove un secolo fa trovarono la morte centinaia di migliaia di cristiani armeni deportati e massacrati nel deserto di Deir Ez- Zor. Sono gli stessi luoghi, se si scava bene, proprio dove oggi i terroristi dell’ISIS crocefiggono e sgozzato i cristiani. Sulla stessa polvere, sulla stessa terra, si consuma lo stesso crimine, perpetrato dai fanatici nei confronti di una minoranza religiosa"così ha dichiarato il giornalista Alessandro Aramu.

Il libro sarà presentato a Roma il 16 dicembre presso la libreria Arion Montecitorio alle ore 17.30. Con gli autori Alessandro Aramu, Anna Mazzone e il fotografo Romolo Eucalitto, l'Ambasciatore della Repubblica d'Armenia Sargis Ghazaryan e il Presidente della Federazione Assadakah Italia Raimondo Schiavone.

AUTORI

Alessandro Aramu (1970). Giornalista professionista. Laureato in giurisprudenza è direttore della Rivista di geopolitica Spondasud. Autore di reportage sulla rivoluzione zapatista in Chiapas (Messico) e sul movimento Hezbollah in Libano, ha curato il saggio Lebanon. Reportage nel cuore della resistenza libanese (Arkadia, 2012). È coautore dei volumi Syria. Quello che i media non dicono (Arkadia 2013) e Middle East. Le politiche del Mediterraneo sullo sfondo della guerra in Siria (Arkadia Editore 2014). Fa parte del Centro Italo Arabo Assadakah ed è vicepresidente del Coordinamento nazionale per la pace in Siria.

Gian Micalessin (1960). Giornalista italiano. Dall’inizio degli anni Ottanta incomincia a lavorare come inviato di guerra. Scrive per Il Giornale. Ha realizzato reportage al seguito dei mujaheddin afgani che combattono l’occupazione sovietica, poi realizza documentari e reportage dalle principali aree di crisi e di conflitto del mondo: dall’Iraq, dalla ex Jugoslavia, dall’Algeria, dal Ruanda durante il genocidio dei Tutsi, dall’epicentro del morbo dell’ebola in Zaire e dalla Cecenia durante le fasi più calde della guerra tra l’esercito russo e la guerriglia cecena.Dalla fine degli anni ’90 segue con particolare attenzione le questioni vicino-orientali, il conflitto israelo-palestinese e l’Iran Per la carta stampata ha collaborato con alcune fra le più importanti testate internazionali come il Corriere della Sera, Repubblica, Panorama, Libération, Der Spiegel, El Mundo, L’Express, Far Eastern Economic Review. Ha inoltre lavorato per stazioni televisive nazionale e internazionali fra cui (CBS, NBC, Channel 4, TF1, France 2, NDR, TSI, RaiNews24, RaiUno, Rai 2, Canale 5, La7).

Anna Mazzone giornalista, già direttore della rivista Formiche e del semestrale in lingua inglese Anthill.eu assieme a Jean-Paul Fitoussi, collabora quotidianamente con il sito di Panorama, per la rubrica dedicata all’attualità dal Mondo. Ha studiato a Tokyo, specializzandosi in Sociologia politica giapponese e nel 2011 ha realizzato un documentario per Jetlag di SkyTg24 sul Nagorno Karabakh, lo Stato sospeso (e conteso) tra l’Armenia e l’Azerbaijan.

Romolo Eucalitto (1949). Fotografo, in attività dagli anni Settanta, ha collaborato con i più importanti registi italiani. Numerosi i titoli di film i cui set fotografici portano la sua firma. Negli ultimi anni ha stretto un sodalizio con altri due mostri del cinema italiano: Carlo Verdone e Ferzan Ozpetek. Ha curato la sezione fotografica nel libro “Lebanon”, reportage nel cuore della resistenza libanese (Arkadia, 2012).