Damasco, Beirut. Guerra al terrorismo


Beirut_640Talal Khrais

 

Da tempo non scrivo malgrado la mia continua presenza in Siria dove continua questa guerra contro un Paese Laico. Siamo nel terzo anno di questa assurda guerra e il popolo siriano ha pagato il prezzo più alto per respingere terroristi venuti da 83 Paesi per islamizzare la Siria per far saltare la straordinaria convivenza tra le diverse religioni.

Oggi la situazione è migliorata e l’Esercito ha il sostegno dei civili e avanza in tutto il Paese.

Il 17 Novembre l’Esercito Siriano ha sorpreso i ribelli lanciando una larga offensiva nelle montagne di al  Qalamoun. Adottando una manovra diversiva e fingendo di voler sferrare l’attacco a Sud di Damasco, dove sacche della resistenza combattono con grande difficoltà nel quartiere Hajar al Aswad,  nel campo palestinese del Yarmouk e nel quartiere Attadamon, l’esercito ha invece ingaggiato la battaglia, preparata da mesi proprio nelle roccaforti della resistenza, nella catena di montagne orientale che separa il Libano dalla Siria. Così il corridoio creato dai ribelli tra il confine tra il Libano e la Giordania è stato spezzato fugando di fatto il rischio di una divisione della Siria.

I ribelli dell Esercito dell’Islam e a Jabhat al Nusra appartengono a al Qaedah, si preparavano ad inviare mezzi e uomini, con mille difficoltà nell’area Sud di Damasco dove buona parte delle aree sono cadute nelle mani delle Forze Armate Leali, soprattutto nei pressi del Sacro Mausoleo Sciita di Sayyedah Zeinab. Questi quartieri da mesi sono controllati dai ribelli e scarseggia il cibo e i generi di prima necessità e la popolazione viene usata come scudo umano.

Nei quartieri Sud di Damasco i ribelli sono molto demoralizzati dopo aver perso diverse località e dopo la scoperta da parte Esercito Leale di centinaia di tunnel sotterranei che essi usavano per spostarsi da un quartiere all’altro, dei corridoi costruiti con l’aiuto di Hamas schierata con i Jihadisti.

Da tempo, grazie all’aiuto di Hezbollah, e ai Comitati di Difesa Nazionale  l’Esercito Governativo, usa una nuova tattica e non è più vittima delle imboscate.

Non c’è nessun dubbio che la guerra del Qalamoun avrà forti riflessi sul Libano dove sul confine sono concentrati migliaia di Jihadisti, a Arsal, gli jihadisti cercheranno di intervenire in soccorso dei loro uomini nel Qalamoun. Nel caso di una sconfitta degli Jihadisti in migliaia prenderanno  Arsal, che rappresenta l’ultimo rifugio nel territorio libanese.

Mentre scriviamo l'esercito siriano sta scacciando i jihadisti, nei paesini intorno a Qara, caduta nelle mani dell’Esercito.

Qara è la cittadella più strategica nelle Montagne del Qalamoun oggi è libera . L’Esercito Regolare sta rafforzando il controllo sull'autostrada che collega la capitale Damasco alle postazioni governative lungo la costa.

La battaglia del Qalamoun, secondo analisti dalle due parti e la vittoria delle Forze Armate potrebbe essere il colpo decisivo per gli insorti, controllare la regione e rendere più semplice monitorare i movimenti lungo il Paese.

Bisogna tener conto che la conquista di Qara la cittadina montagnosa fa seguito ad altri recenti successi dell'esercito siriano attorno ad Aleppo, nel nord del Paese,e alla Capitale, mentre i ribelli stanno perdendo terreno in questa guerra trovando mille difficoltà. La vittoria, anche con costi umani alti è più che sicura dopo il crollo di altre zone strategiche nelle mani dell’Esercito Regolare come Rima e Nabak

Il Mondo Occidentale oggi è più cauto per quanto riguarda gli aiuti all’opposizione, la stessa Turchia roccaforte dei Jihadisti è cauta si limita a sostenere l’Esercito Libero solo  parole, un Esercito che deve affrontare non solo il potente Esercito Regolare, ma anche il gruppo dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis),cioè il gruppo  vicino ad al-Qaeda.

I terroristi spostano loro guerra in Libano, dove ieri ci siamo recati in seguito all’attentato contro l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, anche se il quartiere non è uno delle roccaforti di Hezbollah. Il vero mandante dell’attentato, secondo i servizi segreti dell’Esercito Libanese e quasi tutta la Stampa Araba è Bandar Bin Sultan il Capo dei Servizi Segreti Saudite che ha dichiarato una guerra aperta contro Hezbollah, in Siria e Iran. Il Saudita afferma, nel caso di una sconfitta degli jihadisti costruirà un nuovo Esercito con il nome del profeta Mohamed, una formazione che raggrupperà tutti gli elementi dell’Islam radicale. Il nuovo Esercito sarà formato da 30 mila uomini e continuerà combattere il regime siriano, Iran e Hezbollah.

L’attentato compiuto il 19 Novembre è  attribuito ad Al Qaedah, e in particolare alla cellula delle  “Brigate Abdullah Azzam ad al-Qaeda. Hezbollah non esclude che esista un sostegno del nuovo servizio segreto agli attentatori. Il sito che ha rivendicato l’attacco è di proprietà dello Sheik Sirajeddi Zreikat, membro delle brigate Abdullah Azzam, il personaggio è stato arrestato l’anno scorso ma rilasciato sotto pressioni politiche dei sunniti. Zreikat da tempo lancia minacce contro Hezbollah, ed  avverte che gli attentati continueranno finché i guerriglieri di Hezbollah non si ritireranno dalla Siria.

Ginevra due segnerà un percorso nuovo, un dialogo tra il governo e le forze dell’opposizione moderata.




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