Senza Assad e senza violenza? dal Blog Mondocane di Fulvio Grimaldi


 

Bashar 1IL 15 GIUGNO A ROMA SI RADUNANO, PROCLAMANDO CHE SONO PER LA SIRIA E PER IL PRESIDENTE ASSAD, I PEGGIORI RIGURGITI FASCISTI E NEONAZISTI EUROPEI. SI TRATTA DEGLI EREDI E PROSEGUITORI DEL PIU’ FEROCE ASSALTO AI POPOLI COMPIUTO NEL NOVECENTO, DEI SEGUACI DI UN’IDEOLOGIA RAZZISTA E TOTALITARIA, DI POTENZA E SOPRAFFAZIONE, CHE E’ L’ESATTO CONTRARIO DI QUANTO LA SIRIA PANARABA, ANTICOLONIALISTA, ANTIMPERIALISTA E SOCIALISTA HA COSTRUITO CON LA SUA RIVOLUZIONE. FACCIAMO APPELLO AI SIRIANI DI BUONAFEDE, AI LORO RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI, A TUTTI I CITTADINI AMANTI DELLA LIBERTA’, PERCHE’ SI DISSOCINO DA QUESTA IGNOBILE KERMESSE CHE NON FA CHE RAFFORZARE GLI ARGOMENTI STRUMENTALI E FALSI CON I QUALI L’IMPERIALISMO E I SUOI CORIFEI GIUSTIFICANO IL MASSACRO DELLA SIRIA.

Contemporaneamente si riuniscono a Roma, infangando il quartiere rosso di San Lorenzo, gli esqualidos della sinistra sinistrata, gli infiltrati dell'imperialismo-sionismo, per presentare l'altra faccia dei nemici della Siria e della sua libertà, quella dei buffoni di corte degli aguzzini della Nato e dei dittatori del Golfo. Ne parla, in fondo a questo articolo, la rivista "La Scintilla"-

La durezza di alcuni è preferibile alla delicatezza di altri. (Kahlil Gibran)

Il guerrigliero è un riformatore sociale, il quale impugna le armi per rispondere all’irata protesta del popolo contro l’oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell’ombra e nella miseria. (Ernesto Che Guevara)

Una puntura di zanzara prude meno, quando sei riuscito a schiacciare la zanzara. (Ugo Ojetti)

Preferisco avere sangue nelle mie mani piuttosto che acqua come Ponzio Pilato. (Graham Greene)

Ogni violazione della verità non è soltanto una specie di suicidio del bugiardo, ma è una pugnalata alla salute della società umana. (Ralph Waldo Emerson)

Integrità è dire la verità a me stesso. Onestà è dire la verità agli altri. (Spencer Johnson).

 

Non è causa futile, né frutto di fissazione monomaniacale, se torno sul tema della nonviolenza opposta al diritto di difesa-offesa armata, o comunque fisica, degli aggrediti, l’unica decretata esecrabile e da soffocare come crimine. Dagli aggressori. E’ un tema che segna il confronto di ogni epoca tra libertà e oppressione, tra legge dell’uomo e legge del cannibale. Strumento dell’assassino, è spesso anche la foglia di fico del codardo. Il suo dilagare negli ultimi decenni è alla base delle difficoltà e, ahinoi, di molte sconfitte subite dai giusti. Ricordo le giornate che ho vissuto, dopo il colpo di Stato Usa-Narcos, in Honduras. Un movimento nascente, irriducibile, di resistenza protrattosi per mesi fu falciato, più che dalla repressione, dall’intimazione alla nonviolenza fatta da dirigenti sindacalisti alle masse in rivolta che stavano paralizzando il paese. Niente barricate, niente servizi d’ordine, niente organizzazione per la salvaguardia e la risposta delle manifestazione. Piuttosto, facciamo un bel partito, inseriamoci nella logica dell’esistente in cui tutte le leve del dominio e del consenso sono in mano all’avversario, puntiamo alle elezioni. E gli studenti che fisicamente difendevano scuole e università, i proletari dei quartieri che li avevano eretti a fortilizi di contropotere, indigeni e campesinos che si erano riappropriati, morendo a decine sotto l’assalto di militari e sicari, delle terre sottratte da speculatori e desertificatori multinazionali, rimasero soli.




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