Talal Khrais. Un giornalista nel cuore di Al Qusayr liberata


siria Jubar , afran 1 giug  2013 (9)Il corrispondente in Italia della tv libanese Al Manar e responsabile esteri dell’Associazione Assadakah era nella città siriana durante la presa finale
di: Alessia Lai
a.lai@rinascita.eu

Martedì mattina Talal Khrais, corrispondente in Italia della tv libanese Al Manar e responsabile esteri dell’Associazione Assadakah, aveva lasciato la Siria dopo avere accompagnato nel Paese alcuni colleghi di Repubblica e France 2. Era rientrato a Beirut da poche ore quando ha ricevuto una chiamata del direttore della tv Abdullah Kassir: “Devi ritornare a Damasco, partiamo per Al Qusayr e abbiamo bisogno di diversi corrispondenti”. Damasco non è distante da Beirut e alle 16 di mercoledì Talal è nuovamente in Siria e prende la strada per Homs (160 km dalla Capitale). Tutto il tratto è controllato dall’esercito siriano e non mancano i posti di blocco. Dopo aver passato tanti paesini liberati nei giorni precedenti dell’Esercito Arabo Siriano, Talal e altri giornalisti arrivano finalmente a Al Qusayr. “Dormite un po’, l’offensiva comincia alle 4 del mattino. All’alba ci sarà l’attacco per liberare il quartiere orientale ancora nelle mani delle bande armate” gli consiglia un ufficiale dell’esercito siriano. L’offensiva inizia, puntuale, alle 4 del mattino e in meno di 40 minuti i “ribelli” (per il 90% salafiti di al Qaida) vengono sgominati. Restano sul campo morti, feriti e tante, tantissime armi moderne: razzi anti carro, missili terra-terra, barili pieni di tritolo per le auto bombe. L’esercito siriano ha sequestrato nei covi dei “ribelli” documenti che provano il coinvolgimento diretto nel conflitto di Paesi Occidentali, del Qatar, dell’Arabia Saudita e di alcuni leader politici libanesi. Talal era li, ha assistito alla rapida sconfitta dei salafiti jihadisti, e ha chiesto di denunciare le violazioni gravissime commesse dai miliziani anti-Assad contro la popolazione civile: omicidi, torture, stupri, sparizioni forzate. Ieri lo abbiamo sentito e gli abbiamo rivolto alcune domande:
Talal, sei stato ad Al Qusayr il giorno della liberazione, raccontaci come è andata e le tue sensazioni.
Una forte sensazione, quei terroristi che avevano trasmesso immagini di terrore, uccidendo brutalmente gli innocenti per dimostrare che sono invincibili, sono crollati, fuggendo e lasciando dietro di se armi sofisticate che non hanno avuto il tempo di usare. Il morale dell’esercito siriano è ora molto alto.
Cosa racconta la popolazione della città?
La maggior parte della gente è fuggita da tempo perché i terroristi hanno trasformato questo settore in un bunker. Da stamattina (giovedì, ndr) migliaia di volontari hanno raggiunto Al Qusayr da ogni parte del Paese per favorire le condizioni per un ritorno degli abitanti.
Come agirà ora l’Esercito regolare siriano?
La caduta di questa roccaforte non è una cosa di poco conto in quanto favorisce il facile spostamento delle Forze Armate verso il litorale, impedisce il flusso di armi e dei mercenari dal Libano. Questa località è l’incrocio di tutte le strade della Siria .
I combattenti di Hizbollah hanno dato un grande aiuto alle forze regolari, continueranno a stare al fianco dell’Esercito per finire di liberare la Siria?
Hanno dato un grande aiuto, ma solo in questa zona geografica, perché la sua occupazione da parte di Jabhat el Nosra rappresenta un vero pericolo per la Resistenza, la cui principale strategia è quella di difendere il Libano.
Ora sei tornato a Beirut, che clima si respira in Libano dopo la vittoria di Al Qusair?
Purtroppo, tra la generale soddisfazione, ci sono anche quelli che sono infelici, perché speravano nella caduta dello Stato Siriano. Invece hanno bevuto il veleno che volevano dare alla Siria.




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